Figli del Big Bang racconta di un pianeta, il pianeta 4181, abitato da forme di geometria e di come conducono la loro esistenza.
Esiste un grado di parentela tra quello e il nostro pianeta Terra?
Entrambi sono figli di un’esplosione.
Potrebbero essere cugini, fratelli, o addirittura fratelli gemelli. Potrebbero condividere simili vicende d’innamoramento adolescenziale, di schieramenti ideologici, di mescolanze impreviste che generano “forme mai viste prima”, di tragedie domestiche, di arrivi non proprio desiderati, di speranza collettiva, di luce, di buio e di un punto di colore come quando il sole mattutino sbuca fuori dal mare.
Figli del Big Bang potrebbe risolvere il mistero del Triangolo delle Bermuda. Quel luogo triangolare che si trova sul pianeta Terra e che ha visto la sparizione di numerose navi finite chissà dove.
Bermuda o non Bermuda, il pianeta 4181 é lì, parallelo al nostro. Ci chiede di osservarlo e di sederci a tavola con lui, come due persone che si raccontano le loro storie e possono trovare dei punti d’incontro.
Figli del Big Bang è un dialogo con un pianeta che fu o che sarà.
Quanto al tempo, non tutto ci è dato sapere. Quanto allo spazio, non tutto ci è dato sapere. Quanto allo spazio-tempo che ci è dato vivere sotto forma terrestre, qualcosa ci è dato scegliere.
« Le dimensioni del Multiverso sono così smisurate che hanno come conseguenza che da qualche parte esistono altri esseri uguali a noi, ma non rischiamo di incontrarli. La distanza che dovremmo percorrere è così grande che il numero di chilometri ha più cifre di quante sono le particelle dell’Universo conosciuto ».
Max Tegmark
di e con Valentina Dal Mas
testo originale di Valentina Dal Mas
direzione tecnica Martina Ambrosini
coproduzione Compagnia Abbondanza/Bertoni,
La Piccionaia – Centro di produzione teatrale
con il sostegno di Festival Danza in Rete organizzato dal Teatro Comunale di Vicenza
durata 50’